Studio AFFIRM: nel trattamento della fibrillazione atriale il controllo della frequenza presenta un trend più favorevole rispetto al controllo del ritmo cardiaco
Lo studio AFFIRM ( Atrial Fibrillation Follow-up Investigation of Rhythm Management ) ha confrontato due approcci al trattamento della fibrillazione atriale, il controllo della frequenza rispetto al controllo del ritmo cardiaco.
Sono stati arruolati 4.060 pazienti, di età media 69,7 anni, con storia di ipertensione (71%), coronaropatia (38%), precedente infarto miocardico (77%), storia di insufficienza cardiaca congestizia ( 23%). Di questi, il 36% dei pazienti è stato arruolato dopo il primo episodio di fibrillazione atriale.
Il 24% presentava anomalie della funzione ventricolare sinistra.
I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con farmaci per il controllo della frequenza o ai farmaci antiaritmici per il controllo del ritmo cardiaco.
Tutti i pazienti hanno ricevuto una terapia anticoagulante.
Il periodo medio di follow-up è stato di 5 anni.
Non c’è stata alcuna differenza tra il gruppo controllo del ritmo ed il gruppo controllo della frequenza cardiaca nell’end-point primario ( mortalità totale ).
E’ stato invece osservato un trend favorevole nel gruppo controllo frequenza cardiaca nell’end-point secondario ( nuove aritmie, ospedalizzazione, ictus ischemico ). ( Xagena2002 )
Fonte: 51st Annual Scientific Meeting of the American College of Cardiology, 2002
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